Rocco Pace

di Patrizia

Ultima Modifica: 23/01/2019

Rocco Pace è lo chef del ristorante Crik & Crok di San Vito Lo Capo, la splendida località marina che si trova sulla punta a nord ovest della Sicilia, in provincia di Trapani.

Rocco Pace, cosa vuol dire essere cuoco per te?

Io non so effettivamente cosa voglia dire essere cuoco per me, però c’è un qualcosa dentro di me, forte, che mi spinge a stare in cucina. Io non ho studiato per diventare chef, ma fin da bambino tutte le volte che mia madre mi faceva rimestare una semplice pentola, io ero felicissimo. Non so quello che mi succeda, so solo che io in cucina sto bene.

Qual è il tuo ingrediente del cuore?

Da quando faccio questo mestiere, apprezzo sempre di più il nostro gambero rosso di Sicilia e ancora di più lo apprezzo al naturale, crudo. E pensare che una volta non mangiavo crudi!

E il tuo ingrediente segreto?

Come tanti chef hanno come arma segreta i loro fondi, io uso la nostra zuppa di pesce, filtrata e pulita. Un brodo con tutto il sapore del pesce, il sapore del nostro pesce.  Io credo che quel tocco in più che posso dare ad un piatto, è dato da quel mezzo mestolo di brodo di pesce, fatto con mandorle e aglio, che aggiungo alle mie ricette.

Il tuo viaggio dei sapori in Italia è…

L’Italia dei sapori: ognuno di noi dovrebbe fare il proprio viaggio dei sapori, andare in ogni regione e gustarne i piatti tipici, perché se già tra la provincia di Trapani e Palermo c’è differenza di tipicità, figuriamoci con Roma Firenze e Torino quale incredibile varietà si può scoprire. E’ un tripudio di sapori che, aggiungo, vanno degustati nella propria regione: non posso pretendere di mangiare per esempio la cassoeula a Roma, sarebbe una offesa.

Perché hai scelto di aprire il tuo ristorante a San Vito Lo Capo e cosa significa per te trovarti in questo luogo?

Il mio ristorante è nato per caso, anzi, per destino.

Io facevo tutt’altro nella vita, a scuola ho fatto ragioneria, e ho iniziato facendo il ragioniere presso una azienda ittica. Poi si è liberato lo stabile dove ora c’è il mio ristorante e ho cercato subito di averlo perché anche facendo una vita diversa, nella mia testa avevo in mente questo tipo di percorso, non di fare il ragioniere.

Io sono nato a San Vito Lo Capo e il mio territorio significa crescita e sviluppo. Se penso quando avevo 10 anni: c’erano 4 ristoranti due alberghi e due bar, mentre adesso… questo significa un grandissimo sviluppo, che però che è rimasto tutto a una dimensione di conduzione familiare, che è la cosa che mi piace di più del mio paese: che è gestito tutto da noi.

Com’è lo stile del tuo ristorante?

E’ un ristorante alla mano, non ha “sciccherie” ma è improntato a far star bene l’ospite, che deve essere trattato come potrei trattare un ospite a casa mia.

Cos’è per te la cucina?

La cucina è il mio mondo, ma un mondo che ancora devo esplorare. Io ci sono entrato da poco e mi affascina sempre di più, per questo spero di avere tante possibilità di conoscere sempre di più per saper dire sempre di più tramite i miei piatti.

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