Fabrizio Albini a Milano, nuova avventura al The Stage – Replay

di Simone Pazzano

Ultima Modifica: 19/06/2017

Per uno dei membri della Compagnia degli Chef è cominciata ufficialmente una nuova grande avventura: Fabrizio Albini è diventato infatti il nuovo executive chef del ristorante The Stage – Replay, in piazza Gae Aulenti, a Milano. Un’esperienza che lo porta a confrontarsi con una città in grande fermento e sviluppo, anche e soprattutto dal punto di vista gastronomico.

Dopo aver viaggiato e lavorato in giro per il mondo e dopo il successo dell’avventura al Cristallo di Cortina d’Ampezzo, Fabrizio Albini porta ora la sua cucina dinamica e creativa nel capoluogo meneghino. E questa nuova avventura è per lui un viaggio, come ci ha raccontato e così come è stato definito anche da atCarmen, la società di Martino de Rosa e Carmen Moretti, che firma il nuovo progetto The Stage – Replay insieme allo chef bresciano. L’obiettivo è di quelli importanti: portare il ristorante al top della gastronomia milanese.

Abbiamo incontrato lo chef al The Stage, che colpisce subito per i suoi tavoli e pavimenti in legno pregiato, per i suoi toni caldi e quella sensazione di trovarsi nel cuore di una nave appena varata, e abbiamo fatto una chiacchierata con lui per scoprire cosa bolle in pentola.

Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?
Questo è un locale super. Vogliamo che al The Stage tutto sia di qualità, dal bicchiere al piatto alle posate. Non miriamo ad avere un locale impettito, ma vogliamo un ristorante di livello.
Ci teniamo che sia aperto a tutti. Un locale moderno, dove essere accolti e trattati bene. L’ideale per una serata tranquilla, intima, in cui fare un’esperienza gourmet.
Questo perché il gourmet gastronomico non deve avere barriere. È vero magari al bar spendi di più perché ti regali un whisky di una grandissima etichetta, ma il ristorante è per tutti. È ragionato infatti con il giusto equilibrio qualità-prezzo.

E il nuovo menù? Siamo curiosi, cosa puoi raccontarci a riguardo?
Sarà pronto tra pochi giorni. Stiamo lavorando agli ultimi dettagli. Parte della mia brigata degli ultimi anni mi ha accompagnato in questa nuova avventura e quindi ora stiamo facendo tante prove insieme.

Come l’hai studiato?
L’idea per il mio primo menù milanese è stata quella del viaggio. In una città metropolitana è difficile portare avanti un discorso di territorio, quindi ho pensato a un menù che contenesse il percorso di esperienze culinarie che ho fatto nella mia vita. Certo ci sarà anche qualche piatto locale, come il risotto milanese, ma insieme a piatti internazionali che vadano incontro ai gusti di una clientela variegata come può essere quella di Milano. Come dicevo, è un viaggio: stiamo portando qua tutte le esperienze per il mondo mie e della mia brigata.

La tua filosofia non cambia quindi?
Assolutamente no, continuo a rispettare la mia idea di cucina. Pochi ingredienti, massimo 3/4, per esaltare la materia prima principale. La semplicità è molto complessa da ottenere, ma quella è la strada che voglio continuare a seguire. Voglio che chi viene al The Stage mangi bene, in modo sano ed equilibrato.

Cosa ti aspetti da Milano?
Torno a Milano dopo un’esperienza nel 2001 e qualche presenza spot. Devo dire che è una città molto particolare per chi fa il nostro mestiere, ma sono contento di essere qui. Soprattutto in questo momento in cui il livello qualitativo è altissimo. Sono stato accolto molto bene e ho ricevuto messaggi da tanti colleghi e non solo. Il ristorante poi si trova in una posizione splendida: Gae Aulenti è una piazza bellissima secondo me, oltre a essere frequentatissima, molto viva.

C’è altro che dobbiamo sapere?
Quest’autunno ci saranno sicuramente molte sorprese. Per il momento posso dire solo questo. A settembre vedrete…

Che dire, ora siamo davvero molto curiosi. In autunno saremo sicuramente pronti a raccontarvi le novità.

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L'Autore

Curioso prima di tutto, poi giornalista e blogger. E questa curiosità della vita non poteva che portarmi ad amare i viaggi e il cibo in ogni sua forma. Fotocamera e taccuino alla mano, amo imbattermi in storie nuove da raccontare.